Perplessi dal sindaco Dalledonne

2012-10-16
Rileggendo la cronaca degli ultimi tre anni sul sequestro ed inquinamento delle acciaierie e gli interventi del sindaco di Borgo, Fabio Dalledonne, se ne ricava qualche motivo di perplessità. Crediamo infatti che il sindaco avrebbe potuto usufruire del suo ruolo istituzionale per tutelare con più incisività la comunità che rappresenta la sua valle, essendo il primo responsabile della salute. È paradossale che il sindaco guardi alla Green Economy (Trentino, 08/05/2012) mentre sembra prospettare almeno altri trent’anni di siderurgia pesante per Borgo e la Valsugana, guardando con un certo apprezzamento alla trattativa con Feralpi.
Ripercorriamo alcune tappe delle alterne prese di posizione del sindaco Dalledonne (rinviando all’allegato con gli articoli in cronaca).
Non appena fu riscontrata, grazie ad analisi autonome pagate dai cittadini, la preoccupante contaminazione in superficie da metalli pesanti e diossine, in particolare nell'area scolastica al centro del paese (asilo nido, scuola materna, elementari e scuole medie), i Medici per l'ambiente suggerirono al sindaco di intraprendere perlomeno alcune misure precauzionali, rivolte soprattutto a bambini e ragazzi. Con poche centinaia di euro si sarebbe potuto, almeno, distribuire del materiale informativo su come prevenire la contaminazione degli scolari con semplici norme igieniche e comportamentali. Invece se ne spesero 18.500 per pagare un consulente che interpretasse le varie perizie della magistratura. Di questa consulenza, tra l’altro, se ne sa ben poco e non è facile essere aggiornati sul suo contenuto.
Nel maggio 2010 gli venne chiesto di farsi portavoce presso l'azienda siderurgica su una serie di richieste volte ad una maggiore trasparenza sui controlli delle emissioni di microinquinanti. Al di là della pubblicazione più frequente sul sito internet dell'azienda dei dati su alcuni micro inquinanti uscenti dai due camini (servizio peraltro interrotto per aggiornamento dal 12 ottobre 2011), non si è ottenuto nulla.
Nel marzo 2011, il sindaco minimizzava la questione esplosioni. Successivamente, al ripetersi di tali eventi ancora più eclatanti e pericolosi, si espresse sulla carenza di sicurezza. Proprio al riguardo di eventi potenzialmente pericolosi per la popolazione residente nell’area circostante allo stabilimento, ci si chiede se il paventato Piano di Emergenza Esterno definitivo sia pronto e quando il primo cittadino lo renderà pubblico, come previsto dalla legge.
Dalledonne sembrò “alternativo” a Laura Froner, impostando gran parte della campagna elettorale sull'impegno a restituire salubrità all’intera vallata, attraverso la riconversione di questa industria pesante, in evidente conflitto con altro tipo di attività produttive sul territorio.
Dalledonne ha invece disilluso, in breve tempo, molti di coloro che lo avevano sostenuto. Paradossalmente potremmo pensare che preferirebbe dimenticare questi anni di difficoltà gestionali dell’acciaieria causate dalla crisi economica ma anche dalle vicende processuali e dall’azione dei comitati, restituendo in qualche modo la patente di sostenibilità ad un’azienda che sostiene unicamente i suoi 100 dipendenti, le loro famiglie, l’indotto e i sindacati. Forse ci si dovrebbe ricordare che, limitandosi a Borgo e Roncegno, si contano già ben circa 10.000 residenti.
Stentiamo a comprendere come ci si possa preoccupare con tanto zelo per il profilo igienico-sanitario dei Rom (l’Adige, 25 agosto 2012), dinanzi alla sua disponibilità al nuovo corso dell’igienica acciaieria. Chissà cosa ci riserverà il futuro, sia per il nostro sia per quello di Dalledonne quando potrebbe ricandidarsi, riproponendosi come alternativo garante.

Giorgio Zortea (Presidente)
Sara Sartori (Vice Presidente)
Comitato 26 Gennaio


Allegato

Alterne dichiarazioni ai giornali del sindaco Fabio Dalledonne


- Contro acciaieria
- Pro acciaieria

«La mia posizione - spiega - non cambia rispetto a quanto ho sempre sostenuto in campagna elettorale. Qualora l’esito di queste ispezioni e dei controlli desse esito negativo e confermasse dunque i sospetti, le Acciaierie devono chiudere. Ma non perché lo dico io, quanto piuttosto perché lo impone la legge. Come sindaco ma soprattutto come cittadino che vive a Borgo non avrei dubbi».
(Corriere del Trentino, 4 marzo 2009)

«Presi in giro per 30 anni… E ora di chi dobbiamo fidarci? ...Ci siamo sempre fidati dell’Appa, ma ora a chi dobbiamo rivolgerci?».
(Trentino, 4 dicembre 2009)

«Tecnicamente, come peraltro hanno detto anche molti altri, gli attuali standard operativi - riferisce il sindaco - “tranquillizzano”».
(Trentino, 7 febbraio 2010)

«I dati rassicurano sulla situazione odierna - commenta il sindaco di Borgo, Fabio Dalledonne - ma, a mio giudizio, purtroppo, restano forti dubbi sul passato …Sono soddisfatto: 21 sindaci finalmente uniti, in uno scatto d’orgoglio. Siamo tutti d’accordo: la fonderia ad arco voltaico è un sistema produttivo obsoleto. L’Acciaieria è una presenza ingombrante.».
(Trentino, 12 febbraio 2010)

«Le acciaierie, però, non possono rimanere qui. Ci sono da trent’anni. Basta».
(Trentino, 22 febbraio 2010)

Dalledonne: «Togliamola di mezzo».
(Trentino, 9 marzo 2010)

«Ripeto, se dalle indagini sarà accertato l’inquinamento, andremo su cifre ed impegni molto maggiori».
(Trentino, 22 aprile 2010)

«Quest’ultima serie di dati promossi dai comitati - dice il sindaco di Borgo, Fabio Dalledonne - è la prova provata, mi sembra, di come l’Acciaieria nel corso degli anni abbia inquinato pesantemente». (Trentino, 28 aprile 2010)

Dalledonne avverte: «Non ha senso chiudere le scuole».
(Trentino, 29 aprile 2010)

«...Ora l’azienda non inquina, è ampiamente sotto i limiti...».
(Trentino, 25 giugno 2010)

«...Inoltre ora c’è la garanzia che l’Acciaieria non inquina...».
(Trentino, 2 luglio 2010)

«...Credo che l’Appa si stia muovendo molto bene: l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente si è attivata con una serie di controlli seri. A seguito di uno sbandamento gravissimo, credo che le istituzioni provinciali abbiano recuperato il loro ruolo... Aspettiamo l’esito della vicenda giudiziaria. Io però dico che ha fatto il suo tempo...».
(l’Adige, 6 agosto 2010)

Dalledonne: «Oggi è un’altra azienda, così ci può anche stare... Dobbiamo ammettere che quella attuale è un’acciaieria tutta diversa da un tempo, un’azienda nuova che finalmente rispetta le regole fino in fondo. L’Appa stessa sta lavorando bene, i controlli sono serrati, diciamo che siamo giunti a livelli di assoluta garanzia per la popolazione. Per me sta bene così, c’è ancora del lavoro da fare ma la fonderia s’è guadagnata rispetto...».
(Trentino, 11 novembre 2010)

«...Per tre giorni consecutivi, dal 30 dicembre al 1 gennaio, le pm10 hanno superato la soglia di attenzione. In tanti, a ragione, danno la colpa al traffico, altri chiamano in causa l’Acciaieria senza sapere che proprio in quei giorni lo stabilimento era chiuso...».
(l’Adige, 9 febbraio 2011)

«Quando le 150 tonnellate di metallo vengono buttate nel forno fusorio, vi si immergono 3 enormi elettrodi. In quel momento, in attesa che si chiuda la “dog house”, si scatena l’inferno: lavoro nel mondo militare, ma quelle che si sentono sono più di cannonate - spiega - e le fiammate arrivano anche a 8 metri d’altezza. Una fase che dura pochi minuti, finché gli elettrodi non si immergono del tutto. Ma è una fonderia: il processo è questo. È nel capannone, sotto la cappa di aspirazione. Lo scarto che rimane nelle ceste viene poi versato nel bacino di cemento e raffreddato... Se il processo fusorio è condotto correttamente no, non possono partire schegge. E poi ci sono muri, c’è il capannone: se fossero partite schegge, tra l’altro a grande distanza, penso avrebbero colpito ruspe, camion o operai: avremmo dei morti - e conclude -. Sono convinto anche che di notte certe fiammate hanno un riverbero esterno, i bagliori sembrano maggiori e so che dipendono anche dal materiale, se è bagnato gli scoppi sono maggiori».
(Trentino, 2 marzo 2011)

Acciaieria e fumi. Il sindaco rassicura.
(l’Adige, 7 aprile 2011)

«I dati della centralina dell’Appa hanno purtroppo certificato 26 sfondamenti dei limiti per l’inquinamento dell’aria, risultato negativo in linea con gli anni passati. E questo, vorrei sottolineare, anche con le Acciaierie ferme. Quindi non è sempre e solo colpa dell’industria, ma ci sono altri fattori, come il traffico e le stufe domestiche, che contribuiscono al superamento delle soglie fissate per legge».
(l’Adige, 3 novembre 2011) 

Esplosioni. «...Ora l'inquinamento è sotto controllo, ma la sicurezza è carente...».
(Corriere del Trentino, 27 ottobre 2011)

«...Restando all’Acciaieria, non bisogna essere ipocriti e va distinto il prima e il dopo 2009: siamo riusciti, cittadini-comitati e amministrazione, ad ottenere la garanzia che è a norma...».
(Trentino, 8 maggio 2012)

«...Stiamo seguendo l’evolversi della situazione giorno per giorno anche perché in questi ultimi anni, vicissitudini giudiziarie a parte, soprattutto dal punto di vista ambientale, con la proprietà abbiamo portato avanti un serio programma di risanamento. Dal 2009 l’azienda si è impegnata con cospicui investimenti e oggi possiamo monitorare costantemente lo stabilimento. Confidiamo che non si arrivi alla liquidazione, sarebbe una vera mazzata per molte famiglie di Borgo e della Valsugana... Non voglio nemmeno immaginare - conclude Dalledonne - come si riuscirebbe a gestire una nuova crisi occupazionale in valle. Ogni settimana ricevo 70-80 persone in cerca di lavoro, un disagio sociale che cresce».
(l’Adige, 22 settembre 2012)

L’appello del sindaco di Borgo «Se l’Acciaieria chiude è la fine... Se l'impianto chiudesse, saremmo di fronte a una pagina nerissima nella storia della Valsugana... Qualsiasi cosa salva l'occupazione in questo momento va bene...».  
(Corriere del Trentino, 23 settembre 2012)

«Non posso tollerare che aree del comune di Borgo vengano trasformate in campi di illegalità sotto il profilo igienico-sanitario ma anche dal punto di vista dell’utilizzo delle risorse pubbliche. I Rom usano attaccarsi alla rete idrica ed elettrica comunale, cosa che non è permessa a nessuno oltre che sporcare la zona. Le ordinanze sono solo un atto per garantire il rispetto delle leggi».
(l’Adige, 25 agosto 2012